Home / Eventi  / Museo City 2024. Mondi a Milano

Arriva Museo City
al Centro Artistico Alik Cavaliere!

1 – 5 marzo 15:30 – 19:00
Centro artistico Alik Cavaliere
Via E. De Amicis, 17 – Milano
entrata libera

Il tema di quest’anno è “Mondi a Milano“.


Grazie alla nostra direttrice artistica Angela Vettese, l’abbiamo interpretata accogliendo pezzi significativi della collezione che il designer francese Emmanuel Babled realizza dal suo studio di Lisbona in collaborazione con cooperative artigiane dell’Africa, rispettando il genius loci, i tempi e i modi di popolazioni che vivono condizioni sovente di guerra e di carestia.

 

Domenica 3 marzo, ore 11 avremo una bella iniziativa per i bambini
MuseoKids (4-8 anni) | Arte senza fili.

Laboratorio per bambini dai 4 agli 8 anni nato dalla collaborazione tra MuseoCity e Alchemilla, per coinvolgere e rendere accessibile anche al pubblico dei più piccoli i “mondi” di MuseoCity.
Per prenotazioni www.museocity.it

Per Museo Segreto ci sarà un focus sul cosmo aristotelico di Alik Cavaliere.
Foto Marianna Parmeggiani

 

EMMANUEL BABLED, PROGETTO TANZANIA:

NUOVO PARADIGMA PER UN DESIGN COLLETTIVO

Emmanuel Babled (Parigi 1967) lavora da sempre come designer del vetro, del legno, del marmo e altri materiali classici. Durante la pandemia di Covid19 si è trovato in Tanzania dove ha sviluppato un lavoro diverso, meno centrato sui valori di bellezza e lusso e rivolto alle tradizioni del luogo. La sfida è quella di rinnovare il design mantenendo la tradizione e gli usi locali, cercando di creare un lavoro collettivo che non nasca da un unico progettista.
Babled ha dunque iniziato a collaborare con gli artigiani locali nell’arcipelago di Zanzibar riproducendo la loro sedia più comune, fatta solo di bastoni e pelle di mucca essiccata al sole. L’ha leggermente modificata scegliendo solo pelli bianche, rinforzando i fermi di cuoio con del metallo e raddrizzando la seduta, che nella versione locale è spostata verso una posizione quasi sdraiata. Così è nata la sedia Mziwa.
In seguito, con la collaborazione a distanza del suo studio di Lisbona, sono nate altre sedie come la Ziwa, più compatta e adatta al tavolo da pranzo, e la Massai, il cui bracciolo è ispirato all’arma chiamata “rungu” con cui si schiaccia il cranio dei leoni. Ogni sedia è accompagnata da un cuscino realizzato in tela di cotone e riempito di Suffi, un cotone naturale proveniente dall’albero di Kapok. Tutto è ottenuto senza elettricità, senza collanti, solo con mani e martello e materiali della natura circostante.
Iniziando in seguito a lavorare il legno, sono nati mobili destinati alle lounge degli alberghi in sostituzione degli oggetti importati dalla Cina e dall’Indonesia. Al contempo sono stati sviluppati tessuti di batik innovativi, anche se sempre ottenuti attraverso la tecnica tradizionale della copertura con cera delle parti che non devono ricevere il colore. Il tessuto scelto è stato più pesante del normale cotone per potere resistere alle necessità di durevolezza imposte dall’arredo.
Un’altra famiglia di oggetti sono state le lampade, a partire da Ukili, ottenuta lavorando giovani foglie di una tipologia locale di palma molto flessibili e facili all’essiccazione. Il progetto è al momento fermo a causa di rivalità nate nell’ambito delle lavoratrici, che non sono riuscite a trovare un’organizzazione interna soddisfacente.
Continua invece un’ulteriore tipo di produzione sempre fatto con sole donne, Womencrafts, nato nei campi profughi dell’ONU e continuato dopo il loro smantellamento. Utilizzano la fibra sintetica chiamata Gunia, di ampio uso locale per riso, cereali farine e zucchero, oppure servendosi di papiro, si è dato luogo a una lavorazione di cesti intrecciati. L’organizzazione è rimasta viva unendo donne di Tanzania, Uganda, Rwanda e Burundi, lungo il lago Vittoria, e unisce ora più di 600 donne in 40 villaggi dei diversi paesi. La tecnica della cesteria è utilizzata ora per realizzare sedie, tavoli bassi, lampade dall’aspetto mai visto in questi luoghi.
Così il design si rinnova nella sua stessa concezione ideale e politica, ma resta in Africa, fuggendo la logica coloniale e globalizzata, rispettando il genius loci, i tempi e i modi di popolazioni che vivono condizioni sovente di guerra e di carestia.

Angela Vettese

La mostra di Emmanuel Babled sarà visitabile fino al 10 marzo dalle 15:30 alle 19:00